L’epitrocleite, comunemente chiamata “gomito del golfista”,  è una patologia infiammatoria a carico della zona mediale del gomito, che interessa l’epitroclea ed i muscoli che si inseriscono su di essa.

 

CENNI ANATOMICI

L’epitroclea è una tuberosità ossea posta all’estremità mediale inferiore dell’omero, che dà inserzione a numerosi muscoli (pronatore rotondo, muscoli flessore ulnare e radiale del carpo, palmare lungo), e al legamento collaterale ulnare del gomito.

 

CENNI PATOLOGICI

Questa patologia è causata principalmente dalla sollecitazione eccessiva della muscolatura epitrocleare. Sono colpiti soprattutto quei soggetti che per diversi motivi, sportivi (golf, bowling, tennis, football e baseball) o lavorativi, sottopongono il proprio gomito o avambraccio a gesti di flessione e pronazione ripetuti.
I sintomi principali della patologia sono la presenza di dolore alla palpazione dell’epitroclea e alla flessione contrastata del polso o all’estensione contrastata delle dita (maggiormente anulare e mignolo).

Nei casi più cronici, può capitare che l’inserzione dei muscoli epitrocleari subisca un cambiamento della struttura tendinea, con una progressiva sostituzione delle fibre elastiche che compongono il tendine, da parte di un tessuto fibroso molto meno elastico.

 

 

TRATTAMENTO

L’epitrocleite viene trattata innanzitutto sospendendo le attività che vanno ad irritare la zona (golf, tennis, giardinaggio, ecc.) fino alla scomparsa del dolore.

E’ consigliata la crioterapia: si utilizza la classica borsa del ghiaccio, da appoggiare sulla zona dolente per 15/20 minuti, 3 volte al giorno, proteggendo la cute con un panno.

Si possono eseguire degli impacchi di crema antinfiammatoria o assumere farmaci antinfiammatori per via orale (sempre sotto controllo medico e non per più di 5 giorni).

Durante la giornata, lavorando o nell’attività sportiva, è possibile utilizzare un piccolo tutore.

Il trattamento fisioterapico ha come fine quello di disinfiammare la zona epitrocleare e di rilassare la muscolatura dell’avambraccio, recuperandone la fisiologica elasticità.

Si andrà a trattare l’area dolente con laser ad alta potenza (laser 5c), S.I.T., tecar ed eventualmente un po’ di massaggio o allungamento della muscolatura dell’avambraccio. Il fisioterapista potrà poi insegnare al paziente alcuni esercizi da eseguire a domicilio.

Se il problema persiste, allora si potrà intervenire con le onde d’urto, sia nella zona epitrocleare, che nei trigger point muscolari.

Le sedute di fisioterapia possono essere seguite dall’applicazione del taping neuromuscolare.

Nei casi più gravi si può ricorrere all’infiltrazione di farmaci antiinfiammatori da parte del medico o addirittura all’intervento chirurgico.

 

Redatto da Matteo Cabrelle

 

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